Storia

 

La storia dell’Archivio riflette le secolari vicende della Chiesa bergamasca, infatti i più antichi documenti relativi alla sede vescovile sono conservati, sotto forma di atti sciolti in pergamena, nella relativa collezione dell’Archivio Capitolare. Anche i più antichi registri, a partire da metà XIII secolo, redatti da notai privati che agivano anche in qualità di cancellieri vescovili, sono conservati nello stesso archivio. Solo al principio del Cinquecento si cominciò ad organizzare separatamente la documentazione propria della Curia, dando così forma ad un vero e proprio Archivio della Curia Vescovile relativa al governo della diocesi, ad es. con la serie delle Visite pastorali, delle Lettere pastorali e dei Sinodi. Questo corpo si andrà poi articolando in varie serie relative alle materie trattate e agli uffici competenti.

Durante l’episcopato di Mons. Pier Luigi Speranza (1854-1879) gran parte della documentazione della Cancelleria venne riorganizzata in faldoni relativi alle singole parrocchie, contenenti fascicoli specifici di materie ricorrenti (i più frequenti sono: Nomine dei parroci, Beneficio, Fabbriceria, Legati); in seguito un criterio analogo venne utilizzato per la documentazione relativa ad altri enti religiosi diocesani.

Nel frattempo si era andato enucleando un corpus particolare, quello dell’Archivio della Mensa Vescovile, cioè dell’ente che gestiva i beni immobili e le rendite di spettanza del vescovo, diffusi in vari luoghi del contado: un primo passo in quest’opera organizzativa fu la compilazione del c.d. Rotulum Episcopatus Bergomi (1258), che comportò comunque anche il recupero di pergamene anteriori (sino al X secolo), alcune delle quali conservate in un fondo pergamenaceo proprio della Mensa, altre – la maggior parte – andate perdute. Una volta definite le prerogative patrimoniali del Vescovado (proprietà e censi perpetui), è iniziata la produzione di un fondo omogeneo di registri e di faldoni relativi alla gestione di tale patrimonio, con pezzi dal XIV al XIX secolo.

Alla metà del Cinquecento pare collocarsi anche la formazione di un Archivio del Tribunale Ecclesiastico, anche se la riorganizzazione delle carte operata a metà Ottocento non ha sempre tenuto ben distinti i registri riferibili a questo ente; inoltre molto limitata è la parte di documentazione di questo archivio, relativa ai secoli XVI-XVIII, giunta sino a noi.

Oltre al già citato fondo pergamenaceo, l’Archivio Capitolare (conservato presso l’Archivio Storico Diocesano, solo per la parte fino alla fine del XVIII secolo) è composto di molteplici serie cartacee, frutto della fusione in un unico corpo di quelli che fino a metà Cinquecento furono gli archivi presenti presso le due cattedrali di S. Alessandro e S.Vincenzo; il tutto è già dotato di un sintetico inventario.

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