Pubblicazioni – Gianmarco De Angelis

La tradizione in copia dei diplomi regi e imperiali per la chiesa vescovile di Bergamo (secoli IX–XI), in “Originali – falsi – copie. Documenti imperiali e regi per destinatari tedeschi e italiani (secc. IX-XI) e i loro effetti nel Medioevo e nella prima età moderna (fino al 1500 circa)” a cura di N. D’Acunto, W. Huschner, S. Roebert, Ed. Eudora Verlag Leipzig-Karlsruhe, 2017

Autore

Gianmarco De Angelis, laureato in Paleografia latina all’Università degli Studi di Pavia, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia medievale all’Università di Torino. È ricercatore presso l’Università degli Studi di Padova, dove tiene i corsi di “Fonti e metodi per la storia medievale” e di “Documenti e culture documentarie del medioevo europeo”, e Visiting Research Fellow presso il King’s College London, dove ha svolto attività di ricerca negli anni 2012-2014 nell’ambito del progetto internazionale “The Making of Charlemagne’s Europe”. Agli studi di storia politica e sociale dell’alto e del pieno medioevo – con particolare riguardo per le dinamiche identitarie e le culture grafiche delle élites cittadine, per la documentazione delle chiese vescovili e delle prime forme di organizzazione comunale – affianca costantemente interessi di storia della medievistica e della metodologia paleografico-diplomatistica tra Otto e Novecento. Si occupa altresì di istituzioni vallombrosane in Lombardia (segnatamente del monastero del Santo Sepolcro di Astino, del quale ha avviato l’edizione delle carte più antiche e sta ora curando studio e pubblicazione di un calendario obiturario trecentesco), e di edizioni critiche di fondi monastici e vescovili dei secoli IX-XIII. Tra le sue pubblicazioni: Poteri cittadini e intellettuali di potere. Scrittura, documentazione, politica a Bergamo nei secoli IX-XII, Milano 2009; “Raccogliere, pubblicare, illustrare carte”. Editori ed edizioni di documenti medievali in Lombardia tra Otto e Novecento, Firenze 2017; (in collaborazione con L. Pani e C. Mantegna) Chartae Latinae Antiquiores, 2nd series, Ninth Century, vol. XCIX, Dietikon-Zürich 2018.

Abstract

Fra la piena età carolingia e la metà circa dell’XI secolo, alla chiesa vescovile di Bergamo furono rilasciati (escludendo i deperditi, per alcuni dei quali si hanno del resto fondate notizie) ventuno solenni privilegi da parte di re e imperatori Franchi, ‘Italici’, Sassoni, Salii. La maggior parte di essi è giunta sino a noi in tradizione originale; moltissimi, spesso a più riprese nel corso dei secoli, furono copiati in pergamene sciolte o su registro da scribi anonimi o notai di pubblica fede; alcuni furono interpolati, non pochi falsificati. Quasi tutti, pressoché invariabilmente, furono usati (citati o integralmente riprodotti in altri testi documentari, letti, presentati in giudizio), durante tutto il medioevo e ancora nella prima età moderna. Con quali funzioni? In risposta a quali esigenze? Da parte di quali soggetti? In quali specifici contesti? Di contenziosi, quasi sempre (la lis de matricitate è forse il caso più noto e meglio documentato), ma non solo. A questi e ad altri quesiti il saggio prova a fornire una risposta d’insieme, che tenga insieme la considerazione del rilievo intrinseco della documentazione sovrana custodia ab antiquo nei depositi vescovile e capitolare e la valorizzazione di quegli elementi (scritture distintive, segni d’autorità e mezzi di convalida come i monogrammi regi e imperiali) funzionali a garantirne nel tempo un “visibile parlare” che ancora oggi affascina e di continuo sollecita nuove indagini.

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