Pubblicazioni – Mariarosa Cortesi

“Non ore orandum solo”. Nelle vicende del monastero di Santa Grata “in columnellis” a Bergamo.

Autore

Mariarosa Cortesi, laureatasi in Lettere classiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi in Filologia bizantina, ha insegnato presso le Università di Trento e di Pavia- Cremona. Dal 2019 è professore emerito dell’Università di Pavia.

Membro di diverse Istituzioni culturali, fra cui l’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo, la Direzione centrale dei Monumenta Germaniae Historica di München e la SISMEL (Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino), e del Comitato scientifico di diverse riviste, vanta al suo attivo numerose pubblicazioni, fra cui si ricordano le più recenti: Niccolò da Cusa a Cortemaggiore, in Edizioni, traduzioni e tradizioni filosofiche (secoli XII–XVI). Studi per Pietro B. Rossi (Aracne editrice, 2018); «Vidi N(icolaus) car(dinalis)»: a colloquio con Cusano editore di se stesso, in Collezioni d’autore nel Medioevo. Problematiche intellettuali, letterarie e ecdotiche, (Sismel-Edizioni del Galluzzo, 2018); In margine all’ “editio princeps” della “Vita Chrysostomi” di Palladio nella versione di Ambrogio Traversari, in «Rivista di storia e letteratura religiosa» (n. 52, 2017).

In relazione al territorio bergamasco, il suo impegno si è concentrato sulla produzione documentaria e letteraria, di cui sono stati oggetto di studio e di edizione, fra gli altri, i documenti altomedioevali di Bergamo (es. i tre volumi dedicati alle pergamene di Bergamo: Le pergamene degli Archivi di Bergamo. a. 740-1000, ed. Bolis, 1988; Le pergamene degli Archivi di Bergamo. aa. 1002-1058, Provincia di Bergamo, 1995; Le pergamene degli Archivi di Bergamo. aa. 1059 (?)-1100, Provincia di Bergamo, 2000), gli statuti (es. Gli statuti della Valle Brembana superiore del 1468, Provincia di Bergamo, 1994) e testi poco o per nulla esplorati della cultura bergamasca tra IX e XV secolo. Ha inoltre collaborato all’aggiornamento della Storia di Bergamo e dei bergamaschi di Bortolo Belotti per il periodo compreso tra Medioevo e Umanesimo.

Abstract

Collocare la storia del monastero di Santa Grata e la spiritualità benedettina della sua comunità in un contesto che vada oltre le mura di Bergamo, permette di cogliere il ruolo ricoperto dal più antico cenobio nella vita religiosa e civile della città e di leggerne le vicende nelle sue varie articolazioni espresse in tempi e in spazi diversi. L’occasione fu offerta dall’anno giubilare organizzato per ricordare il ‘ripristino’ del monastero (8.12.1817), vittima di ben due soppressioni da parte delle truppe napoleoniche. Si snodano qui riflessioni sul significato della vita claustrale benedettina nelle sue espressioni di contemplazione, preghiera, canto, scrittura e Libraria, ma pure nella dimensione sociale, gestionale, nei rapporti con il papato e nelle manifestazioni artistiche e letterarie documentate fin dall’XI secolo: tutte realtà che concorrono a rendere la vita monastica una preghiera duratura, per nulla isolata dalla vita civile. Il cenobio di Santa Grata si racconta nel tempo attraverso le sue monache e le sue badesse lungimiranti, attente alla tutela della protectio apostolica, alla gestione oculata del proprio patrimonio, e promotrici di vitalità religiosa e culturale. La memoria della fondatrice Grata riconduce così a una donna che fece della morte di un soldato romano, Alessandro, martire per Cristo, l’esempio della vita evangelica da diffondere in terra orobica; una donna insieme contemplativa e attiva, che il suo biografo, Pinamonte da Brembate, colloca nella linea della missione domenicana di conversione portando un profondo rinnovamento nella vita della chiesa. Grata è domina civitatis, la signora, padrona della città, perché <<ha fatto del suo cuore il vero asilo spirituale per tutti>>.

I contributi presentati si sono avvalsi di un’ampia indagine attraverso fonti bibliografiche e archivistiche di vari Istituti, tra cui quelle conservate in Archivio Storico Diocesano di Bergamo (Fondo del Capitolo della Cattedrale – sezione pergamenacea; Fondo della Curia vescovile: Visite pastorali, Monasteri e Conventi soppressi; Collezione libri antichi).

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