Tesi – Andrea Minola

Villa Celati-Frizzoni-Zavaritt a Bergamo: analisi storico-architettonica della “messinscena” neoclassica attribuita a Simone Elia (1775-1828)

Andrea Minola, nato a Bergamo nel 1979, dopo la maturità tecnica conseguita presso l’Istituto per geometri Giacomo Quarenghi, si è diviso tra studio e lavoro laureandosi nel 2006 in Architettura Ambientale e conseguendo nel 2017 la laurea magistrale in Architettura del Paesaggio. Nel 2025 ha conseguito presso l’Università di Parma, la seconda laurea magistrale in Architettura, con una tesi dal titolo “Villa Celati-Frizzoni-Zavaritt a Bergamo: analisi storico-architettonica della “messinscena” neoclassica attribuita a Simone Elia (1775-1828)” (relatore Chiar.mo Prof. Carlo Mambriani).

Abstract

Questa tesi nasce dalla volontà di indagare un edificio storico abbandonato: la cosiddetta Villa Celati-Frizzoni-Zavaritt, posta in località Baio, al confine tra Bergamo e Gorle. L’obiettivo principale è stato quello di comprendere e quindi descrivere e restituire graficamente quali sono stati gli inimmaginabili interventi che hanno condotto alla sua conformazione odierna. L’elaborato non prevede una proposta di riqualificazione o di riuso dell’edificio, ma l’individuazione critica e la conseguente rimozione ideale, di tutte le superfetazioni che ne hanno alterato l’aspetto assunto dopo la riforma neoclassica attribuita a Simone Elia. Le restanti parti della tesi vertono sulla collocazione territoriale della villa e degli ulteriori fabbricati che costituiscono il nucleo storico di cui fa parte, sulle previsioni e le prescrizioni contenute negli strumenti urbanistici che li riguardano, sull’analisi delle trasformazioni morfologiche e dei passaggi di proprietà che li hanno interessati negli ultimi tre secoli e infine sulla descrizione delle vicende e di ciò che resta dell’oratorio di pertinenza, anch’esso gravemente alterato dagli accadimenti.

Per la redazione della tesi, più delle fonti bibliografiche che risultano carenti e generiche oltreché talvolta inesatte, sono risultate fondamentali le fonti archivistiche, tra cui in particolare un cabreo settecentesco in possesso di uno degli attuali proprietari, oltre a quelle conservate in Archivio di Stato di Bergamo, nella Biblioteca Civica A. Mai e, per quanto riguarda l’oratorio, la documentazione conservata nel nostro Archivio, nei fascicoli di corrispondenza tra la Curia e la parrocchia di Redona.

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