Tesi – Alessandro Persico

Adriano bernareggi e il rinnovamento della cultura ecclesiastica italiana (1884-1932)

Autore

Alessandro Angelo Persico ha conseguito con questa ricerca il dottorato di ricerca in Storia Contemporanea presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano. In seguito ha rivisto e completato l’edizione del Diario di Guerra (settembre 1943 – maggio 1945) del vescovo di Bergamo Adriano Bernareggi, avviata da don Antonio Pesenti, pubblicato nel 2013. E’ autore de Il caso Pio XII. Mezzo secolo di dibattito su Eugenio Pacelli (2008). Con Agostino Giovagnoli ha curato il volume Pasquale Saraceno e l’unità economica italiana (2013).

Abstract

La ricerca approfondisce il ruolo svolto da Adriano Bernareggi, sacerdote milanese, poi dal 1932 vescovo di Bergamo, nel rinnovamento degli studi ecclesiastici che ha attraversato il primo trentennio del Novecento. Formatosi presso le Università Gregoriana e Lateranense, nel clima segnato dal modernismo e dalla reazione pontificia, Bernareggi insegnò presso il Seminario di Milano, dal 1909 al 1932, e presso l’Università Cattolica, dal 1922 al 1926. In queste sedi, si sforzò di dare una risposta moderna – non modernista – all’ansia spirituale dell’uomo contemporaneo, attraverso un nuovo linguaggio religioso, capace di valorizzare la storia della Chiesa e, soprattutto, la sua liturgia nell’esperienza di fede cristiana. Particolare attenzione è stata dedicata: all’insegnamento seminariale, compreso il tentativo di promuovere un aggiornamento della “ratio studiorum” della Facoltà teologica in senso universitario, seguendo linee che anticipavano la “Deus scientiarum Dominus”; alla direzione della rivista “La Scuola Cattolica”, che tentò di trasformare in un periodico di scienze sacre nazionale, per riqualificare gli studi religiosi attraverso l’applicazione di una prospettiva storica e di un moderno approccio critico-filologico; alla partecipazione al movimento artistico-liturgico milanese, con la riscoperta, guardando all’insegnamento francese e all’abbazia di Maria Laach, del valore iniziatico dei riti; alla prevostura a S. Vittore al Corpo, laboratorio di una nuova “prassi liturgica”; alla sua partecipazione, nel corso degli anni Venti, al dibattito sulla Questione Romana, sulla partecipazione cattolica alla politica nazionale, sulla riforma della legislazione relativa al patrimonio ecclesiastico e sulla Conciliazione.

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